Archivio di Novembre 2006
Accuse a tre insegnanti. Non vengono presi provvedimenti e molti genitori ritirano i figli dall’istituto – di Alessia Marani
Sott’inchiesta per pedofilia, tre maestre di Roma restano a insegnare nella stessa scuola e nelle stesse classi dei piccoli alunni di cui avrebbero abusato. Un caso paradossale: nonostante il blitz dei carabinieri nell’istituto a ottobre, le perquisizioni nell’edificio, nelle aule e nelle abitazioni private delle docenti, di una bidella e di due uomini, un carrozziere e un regista televisivo marito di una delle tre insegnanti, le maestre sono ancora al loro posto. Con la solidarietà della preside, Loredana Cascelli, e delle colleghe di elementari e medie dell’istituto che «per dimostrare ai bambini – scrivono in una lettera – il significato delle parole falsità e calunnia» hanno persino messo in atto una sorta di «sciopero bianco»: d’ora in poi niente più gite, recite natalizie e di fine anno. Un’inchiesta giudiziaria partita a luglio dopo la denuncia di un gruppetto di genitori e che da oltre un mese squarcia come un terremoto la vita di Rignano Flaminio, centro di settemila anime a nord della Capitale. Alla «Olga Verere», la scuola finita sotto accusa – l’unica nel paese – i bimbi iscritti alla materna erano 220, oggi ne sono rimasti appena 160. «Solo due giorni fa – racconta Simone Rocchini, presidente dell’Associazione dei genitori di Rignano – è arrivato l’ispettore del ministero della Pubblica Istruzione per verificare come stanno le cose. È piombato qua martedì pomeriggio dopo che una mamma e non la scuola si è preoccupata di avvisare il Provveditorato. Ma ancora non è stata presa alcuna decisione». I militari di Bracciano, mandato della Procura di Tivoli alla mano, hanno fatto irruzione nell’istituto di via San Rocco la mattina del 12 ottobre. «Li abbiamo visti tutti entrare – aggiunge Rocchini -. Ma la preside ha negato di avere ricevuto qualsiasi atto legale. Da allora è iniziato un muro contro muro. Al consiglio scolastico straordinario convocato per il 14 successivo si è rifiutata di parlare dell’argomento. Chi ha potuto ha tolto da scuola i propri figli, ma per il personale il calo delle frequenze continua a essere “colpa dell’influenza”». Secondo le accuse, (alle cinque denunce iniziali se ne sono aggiunte altre sette) i bimbi, tutti di età tra i 3 e i 4 anni, avrebbero subito «attenzioni» particolari dalle loro maestre e dai due uomini con la complicità di una bidella. In alcuni casi i piccoli sarebbero stati portati anche fuori dalla scuola, in abitazioni private. Perizie mediche e psichiatriche avvalorerebbero l’ipotesi di violenza. «L’inchiesta prosegue – afferma il capitano Emanuele De Ciuceis, della compagnia di Bracciano – stiamo raccogliendo tutti gli elementi utili. Il nostro lavoro va avanti al di là delle polemiche e dell’opinione pubblica». Presto il dossier corredato da testimonianze, referti, pc e file audiovisivi sequestrati sarà al vaglio del pm che deciderà se chiedere o meno l’apertura del processo. «Non si tratta di essere innocentisti o colpevolisti – spiega Roberta Di Mauro, appena dimessa dal ruolo di Presidente del consiglio d’Istituto, mamma di una bambina di 4 anni -, ma di buon senso. Pretendiamo che sia rispettato l’interesse dei nostri bambini innanzitutto. Ci siamo rivolti alla preside, al sindaco, al ministero. Possibile che nessuno abbia o voglia esercitare l’autorità per sospendere o destinare ad altro incarico queste insegnanti? Il clima a scuola è rovente, la tensione è alle stelle. E non è facile spiegare a dei bambini così piccoli quanto sta accadendo. Molti di loro fanno domande, capiscono che c’è qualcosa che non va. Alla fine, mia figlia l’ho trasferita a Civita Castellana. Con sacrifici enormi perché lavoro a Roma e raggiungere un altro centro è ancora più dispendioso. Prima la mia piccola l’ho tenuta a casa con una scusa, poi le ho detto che nella sua scuola devono fare dei lavori. Davvero solo questo è l’unico sistema per tutelare questi bambini?».

La contabilità del dolore – abusi

Poiché se non saremo in grado di azzerare questo debito verso la parola civiltà, tutti quanti noi avremo perso. E gli unici ad uscirne indenni saranno quelli che hanno oltraggiato il corpo e l’anima di vostra madre, vostra sorella, vostra figlia.
Il prete e’ accusato di pedofilia, nell’ambito di una vasta operazione su scala italiana. La diversa sede degli arresti domiciliari e’ stata decisa dall’autorita’ competente su richiesta dell’avvocato difensore «per un miglior espletamento dei diritti della difesa». La misura cautelare, come si ricordera’, fu assunta dal Giudice per le Indagini Preliminari di Roma.Il servizio pastorale nella parrocchia dell’Immacolata Concezione a Galcetello e’ assicurato dagli altri due religiosi della Congregazione della Missione gia’ da tempo presenti in quella comunita’.

ROMA – Dieci milioni di donne tra 14 e i 59 anni hanno subìto nel corso della vita violenze, molestie o ricatti sessuali. A rivelarlo è l’Istat, nel rapporto presentato questa mattina in occasione della giornata parlamentare contro la violenza alle donne a Montecitorio. Dallo studio (che ha preso in esame i dati dal 1997 al 2002) emerge un quadro inquietante. Per le donne il luogo più insicuro non è un vicolo buio o un parco di notte, ma il posto di lavoro. Secondo l’Istituto di statistica 900 mila donne hanno subito ricatti sessuali per essere assunte o per avanzare di carriera. Per quanto riguarda invece gli stupri o i tentativi di violenza carnale sono 500 mila le donne che hanno denunciato di aver subito questa esperienza. Un dato in aumento, ma, come ha spiegato la direttrice dell’Istat Linda Laura Sabbadini, "la crescita delle denunce non è necessariamente indice di crescita di violenza: le denunce possono aumentare perché le donne scelgono di denunciare di più rispetto al passato". Dallo studio emerge anzi un segnale positivo: "Dal 1997 al 2002 – ha spiegato ancora la Sabbadini – c’è stata una diminuzione delle molestie fisiche sessuali e dei tentati stupri, soprattutto grazie ai profondi cambiamenti legislativi, alla rottura dell’omertà su questo tema e all’intensa attività dei centri antiviolenza". Un importante deterrente nei cinque anni presi in esame dalla ricerca è stata la crescita dell’occupazione femminile che ha reso più problematico il tentativo di ricatti sessuali al momento dell’assunzione, facendoli diminuire. In soccorso delle donne negli ultimi anni è intervenuta anche la tecnologia. Nel caso delle telefonate oscene, ha sottolineato ancora Linda Laura Sabbadini, "la possibilità di identificare il chiamante ha avuto un effetto deterrente". Malgrado questi segnali positivi, nel complesso i dati rimangono però preoccupanti, soprattutto per quanto riguarda la violenza carnale vera e propria. "Per gli stupri – ha spiegato ancora la direttrice centrale dell’Istat – ci troviamo davanti ad uno zoccolo duro. Fatta eccezione per quello commesso da estranei (un’assoluta minoranza, solo il 3,5%), quello ‘classico’, perpetrato da amici, conoscenti o ex fidanzati, si ripete nel tempo e con una frequenza elevata, spesso più che settimanale, in luoghi familiari alla vittima". Alla presentazione del rapporto era presente anche il presidente della Camera Fausto Bertinotti, che nella sala della Lupa di Montecitorio ha aperto i lavori della giornata parlamentare contro la violenza alle donne. "E’ necessario intervenire fin dalla scuola, nelle famiglie, in tutti i luoghi della formazione civile e sociale dei ragazzi – ha osservato Bertinotti – per prevenire inciviltà e degrado e per costruire nei giovani il rispetto ed il riconoscimento della diversità, il rifiuto della intolleranza e della prevaricazione fisica, il controllo dell’emotività superando lo squilibrio relazionale tra uomini e donne e i pregiudizi che alimentano discriminazioni e prevaricazioni a danno di queste ultime".
I Blog Pro Ana

all’inizio credevo che fosse sangue dallo stomaco, mi è sceso un accidente.
mi vuole bene? ma chi lo sa, mi conosce da 3 cazzo di mesi! non può saperlo neanche lei!

