LE MIE ALI VERSO LA LIBERTA’
Parte 2/2. "la rinascita"
Con i miei genitori i rapporti erano pessimi, non c’era nessuna relazione, anzi eravamo in contrasto e non sapevano quale fosse la fonte dei miei problemi.
Io li ritenevo responsabili, non mi fidavo di loro, né di mia sorella.
Sono stati anni lunghi, faticosi, pieni di un dolore così forte da non potersi descrivere.
Ero sola, fragile, incapace di instaurare una relazione sana, incapace a creare un legame, sola nella mia disperazione.
Finalmente a circa 25 anni mi sono rivolta ad un’affermata associazione nazionale nel campo della cura di anoressia e bulimia e ho iniziato un percorso con psicoterapia di gruppo durato parecchi anni e al termine del quale sono definitivamente uscita dall’anoressia e da tutte le dipendenze da droghe ed alcol. Al termine della psicoterapia ho intrapreso con lo stesso terapeuta un percorso di psicoterapia individuale, tuttora in corso, per approfondire e curare gli altri danni causati dagli abusi, le emozioni, le relazioni e molto altro.
Questo terapeuta, mi ha raccolta in condizioni disperate, mi ha presa per mano in questo cammino di recupero e crescita, che dura oltre 10 anni. Il mio psicoterapeuta lo considero come il mio terzo genitore perché mi ha proprio ridato la vita e la gioia di vivere. Gli sarò sempre riconoscente.
Solo all’età di 30 anni (a pochi anni di distanza dall’inizio della psicoterapia) ho avuto il coraggio di raccontare ai miei genitori quello che avevo subito fin da piccola e di far capire loro i motivi dei miei comportamenti incomprensibili.
E a quel punto anche mia madre, che per ben 50 anni aveva rimosso gli abusi subiti (per controllare il dolore e la rabbia), ricordò all’improvviso quello che il padre fece anche a lei. Un’immensa tragedia familiare.
I miei genitori hanno fatto circolare la notizia in famiglia, mio nonno mi ha telefonato aggredendomi e urlando che con questa storia stavo facendo soffrire i miei genitori, ma questa volta ho urlato più forte di lui, avevo le vene del collo gonfie da quanto urlavo.
Dopo pochi giorni il nonno si è suicidato con una pistola che custodiva regolarmente e spero di poter avere la vostra comprensione se vi confesso che al suo funerale, mentre il prete elogiava le fantastiche doti cristiane di mio nonno … io e mia cugina ci siamo date uno sguardo e siamo uscite di Chiesa, siamo andate al bar vicino a brindare con vino bianco e stuzzichini.
Pensavo di essermene liberata per sempre e invece ancora adesso quel maledetto uomo mi perseguita.
Anche i miei genitori hanno iniziato un percorso di psicoterapia nello stesso Studio di psicoterapeuti. I nostri rapporti ora sono ottimi e ci amiamo molto, dialoghiamo con serenità di qualsiasi argomento, anche i più dolorosi.
Sono orgogliosa di cosa sono riuscita a fare di me grazie alla psicoterapia.
Prendo psicofarmaci da quando sono piccola, ho avuto un picco in cui ne prendevo tantissimi, ora per fortuna ne prendo di meno, ma sono ancora farmaci che agiscono sui pensieri, farmaci pesanti. Sono in cura presso uno psichiatra che segue solo la parte farmacologica anche se è sempre informato sui passi che faccio in psicanalisi.
Qualche anno fa e per diversi anni ho avuto un grave problema di psoriasi al volto e alle parti intime, ho provato farmaci sperimentali in ospedale, ero irriconoscibile nei connotati … alcuni medici concordano nell’affermare che anche questa è stata una manifestazione degli abusi.
In questi oltre 10 anni di psicoterapia sono cambiata profondamente ed in modo radicale, ho imparato a sfogare ed elaborare il dolore e la rabbia degli abusi sessuali, ho imparato ad amare i miei genitori, a fidarmi di loro e pian piano anche verso l’esterno, ho imparato ad instaurare delle relazioni vere, empatiche e profonde, ho curato le mie profonde ferite.
Ora la mia vita è più serena, vivo meglio con me stessa e con il mondo familiare ed extrafamiliare.
Certo porto ancora i segni, e mi capita ancora di avere delle situazioni di crisi, ma riesco a gestirle e a sfogarmi e a superarle in tempi più rapidi.
La mia terapia è quasi al termine e con ottimi risultati.
Questa mia testimonianza, la storia dei miei anni neri e la storia del mio recupero, vuol essere un messaggio di speranza per tutte le persone vittime di abuso e per i loro familiari.
Potete farcela, potete uscire da questo incubo, ma dovrete aprirvi e affidarvi a persone competenti che sappiano come affrontare il problema e come aiutarvi; la psicoterapia sarà un lavoro di recupero lento ma se fatto con costanza ed impegno dà ottimi risultati, io e tanti altre persone ne siamo la prova vivente.
Grande amarezza provo al pensiero che la psicoterapia finora mi è costata oltre 35.000 euro e nessuno, neanche nella mia agiata famiglia, mi ha mai aiutato a pagarmi un solo centesimo, ma i soldi poco contano perché la psicoterapia mi ha ridato la vita.
Le ali con cui da piccola speravo di poter volare via da mio nonno sono le ali che solo la psicoterapia è stata in grado di farmi spuntare e che ora mi permettono di volare con serenità.
Unico testimone di tutti i fatti accaduti è il mio orsacchiotto Yoghi, un peluche al quale sono legatissima da quanto avevo pochi mesi, lui ha assistito a tutto, agli abusi, ai miei pianti quando rimanevo nel buio della mia stanza e della mia anima, lui sa tutto, peccato che non abbia la parola…
Yoghi era sempre con me e ancora adesso, quando lo prendo dall’armadio in cui è custodito, lo sento come se fosse vivo e mi dicesse:” Abbracciami, senti il mio calore e starai meglio”. Così lo abbraccio e cerco di sentire tutto l’affetto di cui ancora oggi sento bisogno. Abbracciatemi anche voi.
Sogno un mondo in cui tutto ciò non debba succedere mai più.
Sogno un mondo di genitori attenti.
Sogno un mondo pronto ad accogliere le vittime d’abuso, in grado di curarle e amarle.
Sogno un mondo dedicato alla prevenzione, partendo dai bambini e fino agli adulti, genitori, insegnanti e medici.
Sogno uno mondo impegnato in prima linea nella lotta alla pedofilia.
Questa lotta dev’essere pari a quella contro il terrorismo perché nel mondo sono milioni i bambini vittime di abusi sessuali.
Se non diamo futuro ai nostri figli non diamo futuro alla società, fermiamoci ad ascoltarli, empaticamente.
Con immenso affetto.
Federica