Archivio di Febbraio 2009
”Sì, mia figlia mi ha raccontato che Modestino si masturbava in sua presenza e la toccava. Quando l’ho incontrato gli ho detto: ‘ma non e’ che quando eravate ubriaco avete toccato la bambina?’. Ma lui ha negato tutto dicendo che erano solo invenzioni di mia figlia, diceva che G. era gelosa di lui".
"Perche’ non mi credete?" Questo e’ il grido di dolore della bambina che nel 2005 era stata al centro dell’inchiesta dopo aver accusato il nonno acquisito di molestie ripetute con continuita’, e la cui testimonianza non e’ stata ritenuta attendibile. "I fatti riportati dalla stampa – spiega Marialori Zaccaria, presidente dell’Ordine degli psicologi del Lazio – fanno pensare che vi siano state delle lacune gravissime nell’ascolto della bambina da parte di esperti, anche nel caso sia stata ascoltata da periti. Proprio per questo, come Ordine, abbiamo valutato l’importanza di innalzare le competenze della psicologia per un ascolto in eta’ prescolare piu’ che competente, attraverso una formazione ad hoc in psicoterapia".
Zaccaria sottolinea l’importanza delle "le linee guida per le perizie in caso di abuso sui minori" e l’intervento qualificante dell’Ordine nella materia. Secondo Paolo Capri, psicologo forense, coordinatore del gruppo di lavoro dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, uno degli estensori delle linee guida "da questo episodio, emerge con chiarezza che le competenze dell’esperto risultano fondamentali, la sua capacita’ di ascolto, la sua esperienza nel campo della psicologia evolutiva e soprattutto della clinica, che e’ la base portante per valutare l’idoneita’ di un minore a rendere testimonianza. A questo proposito, ‘Le linee guida’ rappresentano un documento fondamentale, proprio perche’ sottolineano la necessita’ che il perito sia in possesso di queste competenze specifiche, mentre – e il caso della bambina di Napoli e’ emblematico – purtroppo si tende ancora a fornire pareri peritali senza possedere i giusti requisiti professionali e senza far riferimento a protocolli riconosciuti e istituzionali".
Tantissime anche grazie a questo blog e grazie soprattutto a chi per primo/a ha trovato il coraggio, la forza, di raccontarsi.
Qua ci sono due storie, di chi in passato si era già “scoperto” e che oggi, può dire “IO ce l’ho fatta!”. Due esempi quindi a cui attingere per recuperare la speranza che, sì, ce la si può fare, a lasciarsi alle spalle il trauma degli abusi subiti.
A furia di urlare e di dire che quella donna aveva permesso a quel porco di violentarmi… a furia di attaccarla apertamente lo ha ammesso! Ha detto a mia zia che era vero, che gli permetteva di baciarmi e di venire in camera mia. E quando mia zia le ha dato della pazza sai cos’ha risposto? Ha risposto: ma lui mi aveva promesso che non le avrebbe mai fatto male… io lo so che ho sbagliato tante cose, ma senza di lui non sapevo vivere.
E lo sai Max, quando mia zia me l’ha detto io mi sono sentita in qualche modo libera. O meglio, ulteriormente libera. E’ stato come togliersi un peso… perchè dopo aver passato mesi a sentirmi dare della matta e della fuori di testa da tutti alla fine ho potuto smettere di urlare. Mi sono fermata e li ho guardati tutti i miei amati parenti, dal primo all’ultimo. E ho potuto dir loro in faccia: chi è la pazza?
Non ci fare caso a questa lettera Max. E’ sconclusionata. E’ un insieme di emozioni che vorrei mettere in ordine ma non ce la faccio. E’ tutto troppo, troppo davvero. E il tuo blog fa male. Le storie fanno male. E io vorrei solo poterli abbracciare tutti e poter dire loro: non lo so come passerà per voi, ma in qualche maniera passerà. In un modo o in un altro noi siamo più soli ma siamo anche più forti.
Ti abbraccio.

La Salter ha studiato in carcere dei criminali pluriomicidi tanto abili da sedurre le operatrici carcerarie nella prigione. Per riuscirci studiavano la vittima per scoprire i suoi punti deboli. Per esempio se aveva dei figli per poi parlare dei problemi dei propri figli, se era sola per far leva sul suo bisogno di affetto, se era brutta sul suo bisogno di piacere. Quando arrivava la facevano sentire una regina. Poi, appena aveva ceduto, la ricattavano.
Anzi, mentre stanno mentendo e si accorgono di riuscire, provano un senso di orgoglio e diventano più sicuri, brillanti, convincenti.
Ma non pensate che questi psicopatici siano solo in carcere. Ce ne sono anche fra di noi, che non vengono scoperti.
Rientrano in questa categoria tutti i bellimbusti che sfruttano le donne dopo averle fatte innamorare, molti pedofili perbene, i truffatori, i venditori di miracoli, ma vi sono anche dei giovani che riescono a farsi pagare tutti i viziai genitori.
Come distinguere la persona sincera da questi spregiudicati attori? Diffidando un po’ di tutti coloro che sono troppo gentili, di coloro che usano le parole per incantare e di quelli eccessivamente desiderosi di piacerti.. Ma non basta. Prendete sempre nota con cura di quando promettono una cosa e poi non la fanno, di quando mentono o di quando commettono una scorrettezza. Sono loro abitudini ma poi, con le chiacchiere e la simpatia, questi “simpatici mascalzoni”, come spesso li giudicano le donne, riescono sempre a farsi perdonare. L’unico modo per non cascare in mano loro è ricordare e non perdonare. Mai, fin dalla prima infrazione. Chi lo fa è salvo.
Presunto pedofilo arrestato a Pistoia
L’uomo, 46 anni, che vive sull’Appennino, provincia di Bologna, è in carcere da ieri mattina, a Pistoia, dove lo hanno portato gli agenti della Squadra Mobile, ufficio minori. Al termine di un’indagine durata cinque mesi, nei confronti dell’uomo (G.L.), incensurato, che abita nell’alta Valle del Reno, non lavora e vive di un sussidio, è stata spiccata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Alessandro Buzzegoli. L’accusa è di violenza sessuale aggravata nei confronti di minori.
Il piccolo australiano non sarebbe l’unica vittima del presunto pedofilo. A lui viene attribuito infatti un episodio simile che si sarebbe verificato un paio di anni fa, sulla montagna pistoiese, ai danni di una tredicenne. La ragazzina avrebbe subito lo stesso trattamento toccato poi al piccolo australiano e anche allora la vicenda – sulla quale la polizia pistoiese mantiene stretto riserbo – venne denunciata. G.L., in quel caso, fu abilissimo a screditare la ragazzina facendola passare per bugiarda agli occhi degli inquirenti, guadagnandosi la momentanea impunità.
La vicenda del bambino era emersa a ottobre. Con la mamma e il babbo stava trascorrendo una vacanza nel pistoiese in una struttura alberghiera dove alloggiava anche l’arrestato. Fu proprio durante quel soggiorno che, in base alle indagini, l’uomo si avvicinò al piccolo con una scusa e si appartò con lui. Gli avrebbe mostrato immagini pornografiche che aveva sul suo pc portatile e poi avrebbe abusato del bimbo che non disse niente, sul momento, ai genitori.
Ma la madre si accorse che era molto turbato. Con calma e tenerezza riuscì a farsi raccontare quello che era accaduto. Questo avvenne quando la famiglia era a Genova, da dove si sarebbe imbarcata su un aereo per l’Australia e con il ricordo di quell’abominevole episodio. I genitori chiamarono il Telefono Azzurro. Gli operatori, immediatamente, si misero in contatto con la questura di Pistoia e i genitori furono rintracciati. Formalizzarono la denuncia e le indagini partirono subito.
Fondamentale, per risalire all’identità dell’indagato, la collaborazione degli albergatori. Nel corso dell’indagine è emerso che non era la prima volta che l’uomo adescava ragazzini. Con la scusa di farli giocare con il computer avrebbe mostrato loro foto e filmati pornografici per convincerli, secondo gli investigatori, che era una cosa normale. Il magistrato inquirente, Giuseppe Grieco, ha disposto la perquisizione domiciliare.
La mobile ha rinvenuto il materiale pedopornografico descritto dal piccolo australiano. Era stato abilmente nascosto. Il file era stato criptato. Sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi cd e dvd con immagini pedopornografiche. I genitori del bimbo hanno saputo dell’arresto. Forse ora avranno dell’Italia, e di Pistoia, un ricordo meno avvilente. E torneranno. Per testimoniare al processo.
Ma se proprio non si può, si lasci qua un messaggio, un augurio, la condivisone di una partecipazione che è dell’anima prima ancora che del corpo.

PER ARRIVARE A RIGNANO FLAMINIO IN MACCHINA:
DA ROMA : STRADA STATALE FLAMINIA,AL KM 40 SI ENTRA DIRETTAMENTE A RIGNANO
DA FUORI :AUTOSTRADA A1 USCITA SORATTE,POI SEGUIRE LE INDICAZIONI
IN TRENO : CON PARTENZA DA ROMA PIAZZALE FLAMINIO,TRENO DIREZIONE VITERBO
GLI ORARI UTILI PER SABATO SONO PARTENZA DA ROMA ALLE 13:50 ARRIVO A RIGNANO ALLE 14:50
RITORNO :PARTENZA DA RIGNANO ALLE 18:34 ARRIVO A ROMA ALLE 19:37
Ricordate il caso dei coniugi Giusto che si rifiutarono di far tornare in Bielorussia la piccola “Vika”, bimba che avevano come ospite per un periodo di vacanze e che confessò loro gli abusi che subiva in istituto?
La notizia buona è che sono stati assolti, in primo grado, poiché il loro nascondere la bimba (ed andare da soli contro il mondo intero!) fu fatto “per uno stato di necessità”. Assolti insieme a loro tutte le persone (nonni, due religiosi, etc.) che diedero loro una mano in tal senso.
Il pm ha già fatto sapere che impugnerà la sentenza ricorrendo in appello, poiché “ritiene la sentenza un precedente nel campo minato degli affidi”.
Turismo sessuale in crescita: nuova meta Europa dell’Est.
Due pagine intere sul Corriere della Sera che confermano (vedi anche articolo a seguire) come le denuncie da noi fatte sul campo non siamo poi così campate in aria. È in crescita il turismo sessuale e sono ben 80mila gli italiani che ogni anno viaggiano per cacciare i minori (mente quegli arrestati si contano sulle dita di una mano). Cifre da capogiro, come quelle che investono le vittime (9milioni di bambine fatte prostituire! Un milione i ragazzini!) ed un giro d’affari di 250 miliardi di euro! Mentre il 93,3% degli abusi viene commesso negli hotel.
15 dollari, il prezzo medio di una bambina fata prostituire in Cambogia, 500 se è vergine, 5 euro il prezzo di un bimbo venduto alle stazioni di servizio delle autostrade della Repubblica Ceca, spesso dalle stesse madri..
I dati arrivano direttamente da Ecpat Italia e sono stati presentati dal presidente di Ecpat, l’avv. Marco Scarpati alcuni giorni fa al Bit di Milano, la fiera del turismo. Oggi, ha dichiarato Scarpati “i cacciatori si sono fatti più furbi. E colpiscono sempre più vicino”. Ed aggiunge: “il turista sessuale oramai sa in quali paesi la polizia fa più accertamenti, e applica un approccio ragionato. Evita gli hotel, magari prende casa, si ferma per mesi, “coltiva” le vittime e le famiglie, rientra in patria solo per il visto. Non più turista ma turnista del sesso.”
Scarpati dà altre cifre dell’orrore:
”300mila nuovi casi di hiv pediatrico all’anno. Tutti a causa degli abusi sessuali subiti. 4 milioni e mezzo di bambini infettati da Papilloma virus, 500mila di epatite C, in paesi dove spesso “un attacco di diarrea” o una banale influenza sono già letali! Ed ancora, 2 milioni di aborti, 1 milione e 640mila tentativi di suicidio. “Bisognerebbe saper moltiplicare per mille, centomila, un milione il viso dei propri figli, nipoti, fratellini, per comprendere la portata di queste cifre”.
Ed ogni giorno che passa “è un giorno di morte” per molti di loro.
Oramai se ne registra uno al giorno. Anche se questo è , diciamolo subito, un mero dato statistico. Poiché il 99% dei casi non emergono. Restano confinati nel buio, soffocati dalle lacrime silenziose, ed impaurite, delle vittime. Coperti dalla paura, dall’omertà ma soprattutto dalla sfiducia.
Parlo degli stupri, la cui punta dell’iceberg a noi tutta visibile, dà comunque in modo inequivocabile la misura del livello di inciviltà a cui siamo regrediti.
Leggere di donne che non possono uscire più da sole di casa. Di spray al peperoncino antiaggressione esauriti nei negozi o di sovraffollamento dei corsi di difesa personale, dà l’idea del clima, pesante, che si sta respirando.
Ma soprattutto del ritorno indietro nel tempo ad un’epoca che pensavamo archiviata. Per sempre.
L’emergenza, diciamolo subito, coinvolge donne di ogni età. Basti vedere gli ultimi due casi noti, che accomunano una ragazzina di 15 anni, ad una anziana disabile di oltre 80.
“L’abbiamo fatto per svago”, “ma non è poi una cosa così grave”, “lei ci stava”: non basta la furia bestiale, che ferisce l’anima ed il corpo, c’è anche l’insulto, il farsi beffa delle ferite arrecate, peggio, il far passare quell’ azione come “normale”, un gioco magari, puro divertimento, fatto peraltro con il piacere, ovvio, di entrambe le parti. E poi i giorni a seguire, difficili da affrontare per una vita spezzata che deve pian piano, con le sue sole forze, ricostruirsi. Ritrovare la fiducia nell’altro, cercare una via d’uscita dal buio della paura.
Giorni duri però solo per le vittime, dato che loro, i carnefici, tornano liberi. Spesso dopo poche ore, al massimo dopo una notte in cella. Giusto il tempo di riposarsi per le fatiche fatte. Prima di una nuova battuta di caccia.
Cosa dobbiamo fare per far terminare tutto questo orrore, è la domanda che ogni cittadino membro di una società che si reputi civile si dovrebbe porre.