Archivio di Gennaio 2017
Due facce della stessa medaglia.
E’ morta pochi giorni fa l’attrice Mary Tyler Moore. Aveva 80 anni ed era malata da tempo. Un premio Oscar, numerosi Emmy ed una serie televisiva, che aveva il suo nome e che negli anni ’70 fece scalpore (oltre ottenere un successo planetario, Italia compresa). Con quella serie abbatté tantissime barriere per le donne in tv. Il personaggio che interpretava era un qualcosa che fino ad allora non si era mai visto (donna, single, in carriera, indipendente e felice). Non solo, nella serie (che aveva ben 25 sceneggiatrici donne!!!!) toccò temi assolutamente “sconvolgenti” per la prima serata della Tv americana, parlando di omosessualità, sessismo, parità di trattamento nel mondo di lavoro, pillola e metodi anticoncezionali.
Lei stessa negli anni ’60, in un’altra serie, fu la prima donna che indossò i pantaloni in Tv (andando contro le ire degli sponsor che minacciarono di farla cacciare). Insomma, una grande donna oltre che una grande attrice. Nello stesso giorno della sua morte un suo collega, Alain Delon, che in tempi recenti è stato ricordato più per certe sparate (una su tutte: “gli omosessuali sono malati”) che per i suoi film, ha preso le difese del regista Roman Polansky. Come ben saprete su Polansky pende l’accusa di aver drogato una ragazzina di 13 anni e poi averla abusata. Per quella pena scontò 42 giorni di detenzione, salvo poi scappare in Europa (dagli Usa) per non tornare più indietro (se tornasse sarebbe immediatamente arrestato). Delon prende le difese del regista e dichiara: “ogni volta che attraversa la strada dobbiamo chiedergli conto degli anni settanta?”. Sì. La risposta del mondo civile. Anche di quello che negli anni ’70 Mary Tiler Moore cercava di costruire, mentre l’ennesima bimba veniva stuprata. Impunemente.
Noi più forti dell’orco. Gruppo auto aiuto pedofilia.
In attesa di un nuovo incontro del nostro gruppo di auto aiuto per i sopravvissuti agli abusi sessuali, ecco un bellissimo reportage di una giornalista che ha seguito da vicino una giornata di lavoro con noi.
https://www.pressreader.com/italy/gioia/20161103/281986082111085
Morto prete pedofilo. Era il confessore di Madre Teresa. La “Santa” sapeva e…
E’ morto in carcere (lo scorso 13 gennaio) l’ennesimo prete pedofilo. Scontava una lunga pena (25 anni), dopo che erano stati accertati gli abusi su diversi bambini ed un’attività pedofilia che ha coperto interi decenni. Questo uno dei tanti documenti che testimoniano che i vertici dei gesuiti (suo ordine d’appartenenza) sapevano, ma hanno coperto tutto: http://www.andersonadvocates.com/Files/345/Jesuits-and-McGuire—Punitive-Damages-Motionpdf
Insomma un’ordinaria storia di pedofilia nella chiesa cattolica. Con una aggravante, se così si può dire. Donald J. McGuire (questo il suo nome) non era un prete qualunque (e per questo appare “strano” che i media non abbiano ancora dato la notizia della morte….). Ma tra le varie attività che ha svolto parallelamente alla sua insurclassabile carriera di pedofilo, c’era anche l’essere il confessore di Madre Teresa di Calcutta, nonché guida spirituale (sic) dell’ordine promosso dalla stessa. Che però è emerso essere a conoscenza dell’attività pedofila del gesuita, ma pure non è mai intervenuta nel bloccare il pedofilo, mettendo così a rischio l‘incolumità di tantissimi bambini (si veda al riguardo questo ben dettagliato reportage di alcuni anni fa: https://bharatabharati.wordpress.com/2012/07/05/mother-teresa-defended-notorious-paedophile-priest-nelson-jones/ ).
Per oggi direi che basta…non serve aggiungere alcun commento, se non questo:
“La Chiesa piange per il dolore procurato dai sacerdoti”.
E’ una frase pronunciata pochi giorni fa da Papa Francesco.
frase a cui devono oggi più che mai seguire dei fatti. Concreti. Decisi e decisivi! Altrimenti resteranno delle sterili parole, di cui i bambini abusati, quelli sopravvissuti, o quelli morti in seguito agli abusi, in tutta sincerità, non sanno cosa farsene….