Interessante (se così si può dire) intervista ieri del neuropsichiatria infantile Giovanni Bollea sul Corriere della sera a proposito degli esiti positivi del primo incidente probatorio di Milano.
“Sono contrario ad interrogarli e, per così dire, contrario a quello che loro dichiareranno” ha detto il prof. Bollea, a proposito della sua opinione negativa sull’incidente probatorio di per sé, aggiungendo:
“è meglio avere i colpevoli in libertà” che appunto interrogare i bambini.
Tempo fa facevamo nel blog (e lo rifaremo) la “lettura del testo”.
Oggi delego a voi tale compito.

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Ho sentito di questa affermazione del Prof. Bollea, ma non ho letto l’intervista… ma se quello riportato per grandi linee è quello che intendeva dire non ho parole … o forse una si… ma è meglio non metterla qui nel blog….
Il mondo della neuropsichiatria infantile mi ha sempre fatto un po’ paura. Dopo questa esternazione, decisamente impropria, che apre strani scenari, mi pongo una domanda: ma questi bambini in che mani sono?
Al di là della frase del prof. Bollea non vorrei che le vittime di pedofilia, un giorno, fossero messe sotto psicofarmaci perchè “ammalati” di qualche sindrome visionaria. A questo punto tutto è possibile.
non ho letto l’articolo, ma ho sentito una parte dell’intervista al tg, con la parte in questione: quel neuropsichiatra ha bisogno dello psichiatra. Con un personaggio del genere le carceri si svuoterebbero: niente interrogatori alle vittme per non traumatizzarle ulteriormente, lasciamo in libertà i criminali (ops… succede già). L’interrogatorio ai bambini sarà anche traumatizzante, ma non è quello il problema, il vero problema è la gente che li circonda con i suoi commenti, con i suoi atteggiamenti, con le accuse nei confronti dei bambini e delle loro famiglie. Queste sono le cose da evitare.
ma va*****ulo va!
Io l’ho sentito addirittura al tg, e la reazione è stata uno sguardo di sgomento a mio marito che ha commentato:
“Adesso basta, qui ci vuole la forza contro questa merda!”
So che non è giusta la pena di morte, ma ti viene di pensarlo…
Qui ci starebbe bene la foto dei bambini nel carrello! A me sembra un tentativo di legalizzazione della pedofilia, un messaggio a chi lavora con i bambini: fate di loro ciò che volete! E un messaggio ai genitori: qualsiasi cosa fanno ai bambini è meno grave di quello che farebbe la magistratura quindi, se notate qualcosa di strano fate finta di niente! CHE SCHIFO!!!
Egregio Frassi,
seguo il suo blog da circa un anno (pur non avendola mai commentata), ed è così che, da qualche tempo, mi sono imbattuta nella polemica che si è ultimamente venuta a creare tra lei ed altri bloggers, polemica, che, a quanto pare, non accenna a concludersi, anzi. Quella che inizialmente si era presentata come una critica alla pubblicazione, da parte sua, di alcune foto giudicate troppo forti è divenuta, a mio avviso, una polemica che lei ha preso come rivolta alla sua persona e al suo operato e che ha di gran lunga superato gli intenti iniziali dai quali era partita. I toni si sono esasperati al punto che entrambe le parti, pur concorrendo nell’intento della lotta agli abusi sui minori, non solo sono scese in una guerra tanto sterile quanto inutile, ma addirittura paventano connivenze dell’altra con i delinquenti che si vorrebbe combattere. Naturalmente lei condurrà la battaglia che crede contro chi vuole, ma desidero approfittare di questo post sul dott. Bollea per farle conoscere la mia, se pur insignificante, opinione.
Per quanto mi riguarda, la pubblicazione delle foto esplicite delle violenze non aggiunge nulla alla lotta alla pedofilia, di cui ogni adulto sano di mente conosce o può immaginare le conseguenze fisiche sulle vittime, e costituisce d’altra parte un pericolo latente qualora dal suo blog passassero anche dei minori che ne potrebbero risultare gravemente turbati. Lei sostiene che qui non passano bambini e che il blog è rivolto agli adulti, ma, a parte il fatto che lei (come nessuno di noi, per il proprio blog) non può controllare l’età del contatto, questa sua è un’affermazione contraddittoria, perché immagino che i vari post della categoria Flipper sciò siano proprio e principalmente ai bambini rivolti, e non agli adulti. Il cagnolino ispira simpatia e tenerezza, e i bambini possono essere attirati sul suo blog anche in assenza dei genitori. Credo che chi ha criticato la pubblicazione delle foto pensasse a questo, soprattutto, e quindi anche alla tutela dei minori che hanno accesso al web. E’ vero che le foto sono già sul web, ma sono certo presentate in contesti diversi, ai quali i bambini hanno certo maggiori difficoltà ad accedere. Credo pertanto che inizialmente vi fosse solamente il richiamo ad una maggiore cautela nella gestione del blog, che comunque nulla toglieva né voleva togliere alla nobiltà e all’importanza della lotta che lei conduce ogni giorno.
Per quanto riguarda la foto dei “bambini nel carrello” e, ora che la vedo, di quest’ultima al post precedente, sono senz’altro foto carine che non hanno alcun motivo di essere né censurate né rimosse, con un solo piccolo appunto. E’ vero che fanno parte di un archivio fotografico per il quale i genitori hanno firmato le dovute liberatorie, ma, trattandosi di un blog sulla pedofilia, c’è da prendere in considerazione l’eventualità che non a tutti, bambini compresi (che magari oggi sono cresciuti), potrebbe far piacere vedersi contestualizzati in un tale ambito. Come ho già espresso, non ritengo che lei abbia posto in essere atti sui quali sia necessario o giustificabile richiedere un provvedimento censuratorio, ma ciò nondimeno la mia opinione è che si tratti di contingenze per le quali sarebbe auspicabile usare un principio di massima cautela.
Riguardo alle dichiarazioni del prof. Bollea, per quanto mi riguarda le condivido perché mettono in luce il punto fondamentale che, purtroppo, si tende a perdere troppo spesso di vista, e cioè, la centralità assoluta del bambino e della sua persona. Se bisogna fare di tutto per assicurare alla giustizia i colpevoli, c’è però un limite invalicabile: la salute fisica psichica e sociale del bambino. Se coloro che a Rignano sono stati additati come colpevoli lo sono realmente e gli atti sono stati commessi, costringere i bambini, in un ambiente estraneo come un tribunale, a ricordare, è per loro fonte di ulteriore disagio e ostacolo alla rimozione degli eventi; se, al contrario, le cose stanno diversamente da ciò che l’accusa vuole dimostrare, nei bambini si rischia di creare pericolosissimi falsi ricordi e turbamenti.
La pedofilia, oltre ad essere il più orrendo dei delitti è, purtroppo così diffusa che è senz’altro lecito dubitare di tutto e di tutti, ma sempre tenendo presente quella che nel nostro ordinamento giuridico viene definita “presunzione di innocenza” non per garantismo, ma per evitare dei fenomeni di caccia alle streghe che non sono funzionali né alla lotta ai veri colpevoli, né alla salute dei nostri bambini.
Mi vorrà scusare per il commento esageratamente lungo, nel quale ho cercato comunque di condensare il più possibile le tante, troppe considerazioni che queste vicende impongono.
Concludo, se mi è concesso, con un invito alla moderazione nei confronti di chi conduce le stesse battaglie pur se su altri fronti, augurandomi che possa essere reciproca, e ricordando che, in questo campo, anche le più piccole polemiche sono sempre, purtroppo, sulla pelle dei bambini.
Concordo sul post di squitto su molti punti.
Solo su uno non mi trovo d’accordo, e cioé:
se un bambino è vittima di violenza, solo lui può dire quello che ha subìto e da chi. Se il suo interrogatorio non deve essere considerato una cosa giusta e addirittura un ulteriore danno alla sua psiche (e probabilmente lo è) come si può risolvere il problema?
Non indagando sui presunti fatti?
Mi sembra una teoria abbastanza bislacca.
So per esperienza personale, avendo due bimbe, che capire il linguaggio e le intenzioni dei bambini se interrogati e molto difficile e a volte sono ambigui e contradditori, ma uno specialista nel campo dovrebbe avere la capacità di interpretare e capire (nel nostro piccolo anche noi genitori riusciamo a capire le bugie o le verità dei nostri figli).
Penso quindi, che tutelare i bambini significhi andare a fondo sugli eventi,
per evitare che si ripetano e che possano colpire altri innocenti.
Il ricordo fa male, le violenze subìte ancora di più e bisogna curarle.
Restare a guardare non serve a niente.
I fatti di Rignano mi restano ancora oscuri e non ho maturato nessun tipo di idea a riguardo.
Spero che si riesca a capire chi e dove abbia fatto quello che fatto, cercando anche di tutelare persone che ad oggi, non possiamo dichiarare colpevoli. Almeno per quanto mi riguarda.
cuorerossonero:
queste sono le parole di Bollea:
«Io preferirei che un colpevole sfuggisse alla condanna, pur di non vedere dei bambini costretti a subire interrogatori del genere. Noi dovremmo preoccuparci di aiutarli a dimenticare quello che è successo. Invece vogliamo sapere e allora gli chiediamo di ricordare tutto, di raccontarlo di nuovo. Per farne strumenti di condanna li costringiamo a rivivere un dramma. Ma non abbiamo il diritto di fare questo: stiamo tutti quanti diventando colpevoli».
Non crede che questo possa servire a fare giustizia?
«Secondo me non è utile ai fini di un processo. E non è giustificato. Ma insomma: li hanno interrogati mille volte, davanti a periti, medici, magistrati. Io mi domando cosa vogliano ottenere, che valore possa avere la testimonianza dei bambini in queste condizioni, quale codice possa dare tanto valore al racconto di un bimbo?».
Sono d’accordo che al pedofilo spesso si può arrivare solo attraverso la vittima, e che la vittima è un bimbo, per cui pare un circolo vizioso. Però Bollea non critica il principio, bensì il metodo che è stato usato nel caso della vicenda Rignano.
So che è brutta da dire, ma a vederla dall’esterno sembra che ancora prove non ce ne siano, e che le si vogliano trovare a tutti i costi… a tutti i costi.
ho sentito questa notizia, e la frase da te virgolettata. mi ha fatto un pò riflettere, da un lato il senso e la sete di giustizia deve prevalere sulle impunità, dall’altro sottoporre bambini ad un interrogatorio, seppur con tutte le accortezze del caso, credo, da professionista, che sia davvero delicato. non concordo pienamente sulle affermazioni di questo neuropsichiatra, ma un piccolo interrogativo sul cosa produce nella mente, nel cuore, nei ricordi dei bambini essere costretti a “raccontare” beh, me lo faccio venire. e forse non solo come professionista, anche come donna e come donna che è stata bambina. credo sia un delicatissimo bilanciamento di interessi in gioco. mi auguro che chi di competenza saprà trattare nel giusto modo i bambini di rignano, in sede di incidente probatorio, e ciò solo a fini della giustizia che tutti vogliamo. buona giornata Massimiliano, a presto.
squitto, non faccio il magistrato o il giudice, e quindi non so’ quale metodo ci sia per risolvere il problema. Se Bollea critica il metodo e non il principio, quale sarebbe il suo metodo?
Perché se c’è vorrei saperlo in modo da sposare la sua affermazione, se non c’è invece trovo le sua affermazioni semplici critiche non costruttive.
Tutto si può criticare, ma bisogna sempre dare una soluzione alternativa.
Sennò sarebbe troppo facile… non trovi?
Un saluto, CR.
un consiglio spassionato per tutti è di leggere e rileggere le interviste dove si trovano, spesso i giornali non riportano sempre tutto….
…non so quanto sia brutto ricordare ed insieme sfogare la rabbia che ha dentro un bambino che ha subito, prima di reprimerla e così farla uscire fuori quando sarà più forte ed avrà fatto un male peggiore!!!…chi di dovere si adoperi per quanto sia meglio per loro.
Io ho sentito solamente l’avvocato della difesa, che diceva che mancano le prove oggettive….solo questo mi basta per incaxxarmi ulteriormente.
Buona settimana a tutti.
cuorerossonero:
forse ti sfugge il punto (ma tigraffio invece è stata molto chiara):
i bambini sono stati già interrogati ed interpellati ripetutamente. Ora, se questo è vero, cos’altro possono aggiungere di così eclatante, senza che il prolungamento di questa pratica, che non esito a definire tortura, non provochi danni ulteriori?
Ciò che hanno già detto ha fornito prove? Se sì, basta così. Se invece non le hanno fornite, quale attendibilità potranno avere le loro parole, nell’ennesimo interrogatorio?
E tutto ciò, quanto costa, in termini di psiche infantile?
squitto, della vita su questo mondo marcio mi sfuggono moltissime cose.
Tornando a noi:
se hai dei figli saprai benissimo che alla stessa domanda fatta 10 volte, avrai 10 risoste diverse, tutte da interpretare per capire se la marmellata l’ha mangiata una o l’altra.
L’esempio è forse troppo semplicistico, ma la dinamica dei bambini è questa.
Visti i fatti, non si può condannare un uomo per una dichiarazione di un bambino senza che questa non venga ritenuta attendibile, come nello stesso modo, non si può far passare un bambino per bugiardo se dice cose contrastanti (e vista l’eta dei bambini coinvolti e il tempo che è trascorso da allora la cosa è molto probabile).
Per molti, ciò che hanno detto è già una prova (altrimenti non ci sarebbero tutti i casini che stanno succedendo) mentre per altri ci sono punti oscuri.
Avere quindi la certezza di una dichiarazione di un bambino di 4-5 anni su fatti che risalgono a due anni prima è sicuramente cosa ardua.
E qui ripeto: qualcuno ha un metodo alternativo al far ripetere le cose fino a quando si riesca a capire come sono andati i fatti?
Alessandra: se non sbaglio mancano prove di chi sia stato, non di cosa sia successo.
A me Bollea fa venire in mente il medico pietoso che fa la piega (tanto) purulenta.
Sempre che di pietà si tratti….
Io non metto in dubbio che sottoporre i bambini a un iter processuale come fossero adulti sottoponendoli a ripetuti interrogatori,anche se fatti da persone specializzate,sia traumatizzante anzi ritengo sia veramente disumano ma questo non
ritengo sia una giusta causa per lasciare un colpevole in libertà.
Non è il primo caso di “presunta”pedofilia in ambito scolastico.Sì certo, soliti casi che si sovrappongono, soliti genitori apprensivi e fantasiosi ecc…soliti casi che non hanno portato a far capire che proprio per la delicatezza dell’argomento si dovrebbe agire in altro modo.
Scusate se non credo che nel 2007 non si possano fare indagini ambientali come succede per i casi di abuso famigliare così come gli incontri con uno psicologo….registrarli e filmarli senza che il bambino si senta a disagio ..una volta che valga per tutte…Non è Possibile???? io penso che faccia comodo così.. che ci sia
qualche cosa di troppo grave che non si voglia portare alla luce e mi pare che lavorino proprio per questo…
(..nella mia esperienza di mamma ho imparato che i bambini quando a scuola raccontano ciò che dicono i genitori, sono credibili ma non altrettanto quando succede il contrario. Sarà una banalità ma non ho mai capito il perchè..)
Buon inizio settimana a tutti..
PER SQUITTO:
Salve, vorrei semplicemente fare un paio di osservazioni relative al suo post, senza avere l’intenzione di polemizzare né tantomeno di difendere le scelte di Max, che ritengo si difenda bene da solo (qualora ne abbia la necessità) e che comunque mi appaiono sempre molto ponderate.
Io credo che l’uso di foto “forti” ed esplicite sia di grande aiuto per la comprensione della realtà, non soltanto nell’ambito della pedofilia. Troppo spesso proprio gli adulti sani di mente, come lei li definisce, hanno difficoltà ad immaginare, perché una persona sana ed equilibrata difficilmente riesce a concepire l’orrore che una mente malata e deviata (non per ciò meno colpevole) progetta e mette in pratica. Vedere un bambino che muore di fame, con la pancia dilatata, le mosche che gli ronzano intorno e la disperazione negli occhi non è la stessa cosa che sentir parlare della fame nel mondo. Vedere un ragazzo che si trascina in ospedale, che mantiene a stento l’equilibrio appoggiandosi alla parete, ricoperto di tubi e di bozzi, pallido e senza capelli, non è la stessa cosa che sentir parlare di carcinoma e chemioterapia. Non sempre conoscenza equivale a consapevolezza, e non sempre l’intelligenza conduce alla comprensione.
Riguardo i bambini che navigano in internet, non penso che questo sia il blog che più debba impensierire i loro genitori i quali d’altro canto, se sono così impensieriti, potrebbero accompagnarli nella navigazione magari indirizzandoli su siti più opportuni.
Infine e molto brevemente, perché parlo da profana, l’incidente probatorio. Credo che esso non equivalga a “costringere” a ricordare, ma ad “aiutare” a ricordare, e che possa dare ai bambini la possibilità di comunicare, nei modi e nei tempi idonei, quanto è stato da loro subito. E magari fosse solo disagio o turbamento. Il problema semmai è a monte. E’ capire se c’è la volontà o meno di credere alla loro voce.
x squitto: non è la prima volta che leggo nei commenti della possibilità che qualche bambino entri in questo blog e non metto assolutamente in dubbio questa possibilità, quello che metto in dubbio è la necessità di renderlo a “portata di bambino”. L’argomento trattato è già di per sè un argomento difficile per gli adulti figuriamoci per un bambino, in qualsiasi caso è meglio che leggano questo blog e vedano queste immagini, piuttosto che entrino in qualche sito porno, cosa estremamente facile e a volte ci puoi entrare con un errore banale di scrittura dell’indirizzo web. Detto questo dico anche che sono un papà di un bambino di quasi 9 anni che naviga in internet e ho provveduto (oltre hai vari antivirus e protezioni varie) ho inserito un filtro molto efficace e di facile applicazione dove mio figlio può navigare solo nei siti da me autorizzati con indirizzi già memorizzati nei preferiti e ovviamente preventivamente da me visionati e valutati. Per quanto riguarda nuovi siti che lui vorrebbe vedere, prima li controllo io da solo e dopodichè se ritengo opportuno glielo metto nei consentiti. Per quanto riguarda i siti “non proprio adeguati” (come questo), se è il caso, ci navighiamo insieme in modo che veda e legga quello che secondo me è idoneo oppure che posso spiegarglielo in maniera semplice e chiara. Infatti ha letto e visto i post di flipper senza subire “traumi”. Tutto questo discorso per dire che i figli vanno seguiti dai genitori quando viaggiano in internet (e non solo) e insegnargli a capire i vari pericoli e come proteggersi: mio figlio sa perchè gli ho messo questo filtro senza bisogno di parlare di sesso o pedofilia o altro. Sa però che ci sono adulti che fanno del male ai bambini e bisogna proteggersi da loro. Impariamo a fare il nostro dovere di genitori (che non è facile)e non incolpiamo sempre e solo la società. Non lasciamoli soli davanti alle insidie di internet.
ciao e buona giornata
CUOREROSSONERO:
Grazie, mi sfuggono queste cose, ho sentito l’avvocato che diceva in tv (suppongo dopo i dovuti tagli :-():’mancano le prove oggettive’.
E’ anche vero che un avvocato presente a Matrix disse: ‘ricordatevi che il fatto che un imputato venga assolto non significa che è innocente’…
rabbia comunque per come gira la giustizia…
Vi ringrazio per le risposte, nelle quali ho ravvisato sia punti sui quali sono pienamente d’accordo, sia altri dai quali dissento (ad esempio, la necessità del ricorso all’immagine, specie in un ambito come un blog), ma meglio così, ci mancherebbe se fossimo tutti uguali!
Mi fa piacere che il mio intervento abbia suscitato delle risposte che, pur non vedendomi concorde, chiariscono i reciproci punti di vista.
Nessuno di noi (credo) è uno specialista del settore; posto che anch’essi possono prendere dei granchi, ribadisco solo che non è sull’onda dello sdegno che sono solita farmi delle idee sulle affermazioni di tizio o di caio, e cerco di inquadrarle e comprenderle quanto più possibile oggettivamente. Detto questo, ribadisco che sono questioni che richiedono la massima cautela, e sottolineo la frase di cuorerossonero: se non sbaglio mancano prove di chi sia stato, non di cosa sia successo.
Perché ho paura che a furia di inseguire “una strega presunta” riversandole addosso tutta la rabbia scappi lo “stregone capo”. Non sarebbe neanche la prima volta.
ho letto l’articolo con gli occhi che mi uscivano dalle orbite per lo stupore! Siamo a questo punto, il corriere ha tirato fuori un novantenne per dirci che se subiamo un abuso da bambini è meglio seppellirlo sotto una bella gettata di cemento. Bella terapia, complimenti…Essere creduti, constatare che chi fa del male è punito è una terapia. Ridicolo, disgustoso, diabolico, fuorviante…se fossero figli suoi parlerebbe così???
Non ho letto il Corriere ma ho sentito questa affermazione del prof. Bollea domenica mattina nel programma di RAIUno dove sono intervenuti l’Avv. Taormina, difensore delle famiglie, e l’Avv. Bruno, difensore degli insegnanti. C’è stato, al momento di questa dichiarazione, lo scuotimento generale delle teste dei partecipanti e sono fermamente convinta che in molti come me, abbiano assistito a quella trasmisisone, si siano sentiti non solo beffati da questa gran testa pensante, ma anche insultati.
Non è umanamente pensabile che un crimine cosi possa passare impunito o, addirittura, esulo, evitato. Sarebbe come dare via libera a queste persone (persone?) di fare i loro porci comodi.
Il problema va affrontato a muso duro, anche con immagini e documenti perchè una riga scritta spesso non dà la giusta impressione dello schifo che c’è in giro.
Io stessa tante cose sono venuta a saperle per messo di queste pagine proprio perchè la pedofilia è qualcosa di cui non si parla e non si dice (mi riferisco anche a giornali e altri mezzi di informazione).
Quindi ben vengano le denunce e le Persone (stavolta l’appellativo è meritato) che non si faranno mai tappare la bocca finchè qualcosa è possibile fare per difendere e dar voce a queste anime innocenti.
Anna
“Perché ho paura che a furia di inseguire “una strega presunta” riversandole addosso tutta la rabbia scappi lo “stregone capo”. Non sarebbe neanche la prima volta.”
bellissiima questa immagine. dico davvero. e, togliendo il presunta, la faccio mia. perchè resta indiscutibile che in casi come questo si “baccano” solo le streghe, mai gli stregoni che stanno sopra di loro.
quanto al discutere anche con chi ha idee diverse, cara amica, un conto è entrare qui come hai fatto tu portando una visione diversa, un conto è entrare ed insultare.
buona giornata
@ SQUITTO
sinceramente nn sono d’accordo con ciò ke dici per un unico motivo: esperienza personale…
ti auguro che non ti capiti mai quello ke è successo a me qst estate:Realizzare la gravità di 1 violenza subita quasi 5 anni fa e ricondurre a essa tutti quei “comportamenti strani” che nessuno era mai riuscito a capire e ke mi avevano provocato tanti problemi con gli altri,tutto questo perchè ti hanno fatto notare in modo acido che “c’è qualcosa ke non va in te…”.Ho pianto 1 notte intera quando ciò è successo…
Ho capito una cosa di cui mi ero meravigliata mesi prima:perchè quando avevo raccontato questa mia esperienza ad un mio caro amico questi si era messo a piangere dicendo ke gli dispiaceva… allora mi pareva esagerazione,ora so ke semplicemnte dovevo ancora realizzare…
In ogni caso pur divergendo dalle tue opinioni,le rispetto.
volevo solo portarti la mia testimonianza del fatto che certe cose rimangono dentro per uscire fuori un giorno o l’altro e nn serve tenerle zitte perchè scappano fuori da sole anke se non te ne accorgi…
Ancora oggi rimpiango di nn aver detto a nessuno di quello ke avevo passato e di averlo realizzato solo quest’anno,ancora oggi non riesco a parlarne serenamente come se fosse oramai “acqua passat” nonostante sia riuscita a realizzare ciò che mi hanno fatto…
Grazie Max x avermi dato la possibilità di sfogarmi…