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“Vi invito ad aprire il sito di Prometeo. E’ il caso caratteristico di un mitomane con problemi di personalità che si è lanciato a capo fitto in una battaglia sacrosanta colpendo a destra e a manca in modo indiscriminato. chiunque si oppone è pedofilo o depravato”.
Don (?) Mario Neva, assistente spirituale della università cattolica di Brescia, Ottobre 2005.
Ieri complice il maltempo mi sono visto (finalmente) in dvd il film “La caduta”, incentrato sugli ultimi giorni di un pazzo visionario di nome ……. Adolph Hitler (scommetto che avete fatto la rima!?). Due scene mi hanno colpito, più di tutte:
Ieri complice il maltempo mi sono visto (finalmente) in dvd il film “La caduta”, incentrato sugli ultimi giorni di un pazzo visionario di nome ……. Adolph Hitler (scommetto che avete fatto la rima!?). Due scene mi hanno colpito, più di tutte:
quella in cui i vertici del governo nazista si suicidano quando capiscono che la loro verità è stata spazzata via dalla Giustizia ma soprattutto un passaggio iniziale del film:
Eva Braun organizza un ballo all’interno del palazzo adiacente il bunker. Tutti ballano e bevono champagne, come niente fosse, mentre fuori la gente soffre, 6milioni di anime sono state gasate e tuonano i cannoni dell’armata rossa.
Loro invece ballano. Ballano e si divertono (solo tra di loro, queste cose sono impossibili se non si è tra simili) fino a quando una grossa e potente bomba non fa esplodere i vetri riempiendo la stanza di povere e fumo. Solo allora, le bestie ingioiellate ed in alta uniforme, frignando e implorando scappano nella loro tana.
Canzone del giorno: “Arriva la bomba”.
Canzone del giorno: “Arriva la bomba”.
“La satira? Se l’oggetto delle invettive ti fa i complimenti, i casi sono 2: o sei scemo o devi cambiare mestiere”. Beppe Grillo.
“La satira? Se l’oggetto delle invettive ti fa i complimenti, i casi sono 2: o sei scemo o devi cambiare mestiere”. Beppe Grillo.
Come oramai da tempo sapete (soprattutto se vivete a Brescia e provincia) da oramai due anni la nostra Associazione, su tale territorio, è presa di mira pesantemente da un comitato capitanato da un sacerdote (?), tale don Mario Neva. Sacerdote chiaramente sconosciuto varcati i confini della città ma che grazie a quanto nella città medesima è accaduto, ha avuto i suoi (molto desiderati e ricercati) momenti di vanagloria, passando dallo stato di “prete che vale meno di un curato” (secondo una dichiarazione fatta in Curia), ad “esperto di pedofilia”. Non ho mai parlato di questo essere, né della gente che ha radunato (= pedofili già condannati, loro parenti giustamente incazzati anche se con le persone sbagliate, pedofili che l’hanno fatta franca, gente attualmente a processo), poiché non ho mai voluto dargli ulteriore visibilità più di quella che con indiscutibile violenza verbale ed arroganza si è guadagnato, proprio speculando sulla pelle nostra e delle vittime che ci onoriamo di seguire. Inoltre essendosi tale soggetto preso diverse denunce preferisco attendere i processi che arriveranno ed in quella sede riportare le doverose rimostranze. Secondo il signor Neva a Brescia non è accaduto nulla, ma soprattutto, nell’ultima sua versione (ultima in ordine di tempo) noi della Prometeo saremmo rei di ben 4 casi di finti abusi, casi cioè dove abbiamo avuto il potere di far condannare degli innocenti. Innocenti come i suoi amici bresciani che in quanto tali (amici suoi) non possono aver compiuto alcun reato. Con la stessa logica, Eva Braun avrebbe fatto assolvere Adolph Hitler dai crimini commessi. Peccato che a noi, che da 10 anni lavoriamo in tutta Italia con indiscutibile preparazione ed impegno, non interessino tali farneticazioni facilmente smentibili dai fatti. Farneticazioni che sembrano più finalizzate a creare alibi che altro. Potremmo rispondergli che tra 40 pedofili in libertà ed un innocente in carcere preferiamo quest’ultima condizione, ma visto che non condividiamo tale posizione e soprattutto che qualcuno di recente gliel’ha già detta, andiamo avanti, anche perché il 98% dei casi da noi seguiti, anche in tribunale, ha avuto il patteggiamento come conclusione, ovvero la “ammissione” del reato commesso (con purtroppo tutti i benefici di legge connessi). Tra i compiti che Neva ed i suoi amichetti portano avanti da tempo c’è il sistematico attacco alla Prometeo ed alla mia persona. Segno dell’evidente paura che facciamo loro, ma soprattutto a lui. Certo se fosse vero che abbiamo il potere di far condannare degli innocenti, lui sappia (visto che entra in questo blog almeno 4 volte al giorno) che applicando tale equazione godrebbe della più totale immunità. Sappia anche che le telefonate e le lettere che manda a cadenza quotidiana a parroci, giornalisti, amministratori delle istituzioni, etc. , per infangarci e sproloquiare di falsi abusi, intasano da diversi mesi i cestini dei riceventi, ed i faldoni dei nostri legali. Prometeo ha, agli occhi del sig. Neva una grande pecca: quella di dare voce alle vittime, di indirizzarle alle forze dell’ordine, di non lasciarle sole:
tutte “colpe” queste, da far pagare con una fatwa per nulla cattolica ma molto mafiosa per stile e modalità di esecuzione. Ma soprattutto pedofila: visto che solo tra i carnefici non si accetta, MAI, che le vittime si riuniscano, parlino, cerchino Giustizia! Non mi dilungo né esprimo altri pareri personali al riguardo, poiché mi annoio e credetemi, ve lo giuro su Dio, parlare di lui è per me una vera perdita di tempo (oggi poi devo preparare un convegno per il Piemonte, una serata per Firenze, fare l’ordine del giorno per la riunione di stasera, installare i programmi nel nuovo pc, leggere le istruzioni della nuova Playstation portatile che mi han regalato, ascoltare il nuovo cd di Stevie Wonder, fare il bagno al cane, cambiare la ruota della mountain-bike che si è bucata, prepararmi per la cena, etc.) per tanto mi perdonerete se salto molti punti e non approfondisco il discorso (ma queste note durano il tempo del gelato che mi sto mangiando: finito quello, finisce il commento). Volevo solo rispondere ad una domanda che vi sarete fatti:
perchè ci parli solo oggi di tale individuo?
Semplice. Perché ho ricevuto un dossier su di lui (i cui stralci mi dicono stanno circolando in tutta Brescia e provincia) da far venire i brividi: un dossier che risponde a tanti quesiti che ancora avevamo in sospeso. Che parte dal suo seminario, per passare al modo in cui aiuta(va) le prostitute straniere togliendole (…) dalla strada ed arrivare al quando e perchè ha dato i numeri sul caso bresciano. Ed allora, visto che il gelato è finito, la playstation mi aspetta, e del dossier credo se ne parlerà nei mesi a venire, concludo qua e me la prendo……… con me stesso. Per avere sprecato, oggi dieci minuti del mio tempo ed in passato qualche giornata per tutto quanto questa persona ha fatto/detto su di me. Contro di me. Ultima in ordine di tempo, la lettera all’amico Marco Marchese che riporto. Adesso che il quadro è chiaro (con documenti alla mano, non con fandonie), chissà perché mi viene da dire: “cazzo, lo sapevo”. E sono stato uno stolto a fermarmi lì. C’è un’Italia tutta dove lavoriamo che ci ringrazia per questo. Il resto, è concime puro. Utile, da non sottovalutare, ma pur sempre concime.
Fanculo pedofilia!
Firmato:
Massimiliano Frassi,
anticlericale (se significa lottare contro una chiesa così, allora sì che lo sono), omosessuale (non ho mai capito se era una proposta subliminale), amante di una assessora (primo, al femminile si dice comunque assessore, secondo se anche fosse, siamo tutti e due più che maggiorenni) , protetto da alcuni partiti (ancora una volta ha capito tutto…….bisognerebbe assegnare l’oscar per la miopia), etc. etc. etc., secondo le definizioni che di me sono state date su più di un documento.
p.s.: usando un detto spesso usato dall’unità crimini sui minori della F.B.I.:
It’s smoke not fire, OVVERO, è solo fumo, non certo fuoco.
p.p.s.: segue lettera di Marchese:
Gentilissimo dottor Marchese,
in futuro, spero non troppo lontano racconteremo anche la storia di questo volantinaggio, sono certo che anche lei sorriderà e sorriderà anche del dispiegamento di forze a difesa del personaggio che sappiamo. Lui si dichiara pubblicamente minacciato, con lui anche alcune psicologhe bresciane…quando si saprà tutta la verità, sorrideremo insieme, anche l’interessato, ad una condizione,che riconosca la gravità del suo intervento su territorio bergamasco e bresciano.Ho il controllo diretto e puntuale di quattro casi in cui è intervenuto direttamente l’interessato con la sua associazione e in tutti e quattro i casi ha aggredito persone del tutto estranee alla pedofilia. Che cosa dire? Parliamo dei particolari o dell’essenziale? Raccontano che una gentile signora quando suonava l’allarme dei bombardamenti portava con sè i due abiti più belli preoccupata che non prendessero le pieghe, nel frattempo cadevano le bombe. Sottolineo che è vostro interesse dissociarvi dall’associazione in questione perché in tempi brevi le responsabilità emergeranno con chiarezza. Il bene comune richiede che su una questione così grave e devastante come la pedofilia non ci siano interventi così ambigui. Avrò il piacere di incontrarla… Sacerdote don Mario Neva assistente spirituale dell’università cattolica di Brescia.
"PEDOFILIA A BRESCIA".
VISTO CHE IN MOLTI MI AVETE CHIESTO SPIEGAZIONI SULLA LETTERA APERTA A FELTRI, VI RIPORTO L’ARTICOLO A CUI HO FATTO ESPLICITO RIFERIMENTO, GIA’ INSERITO ANCHE NEL SITO DI PROMETEO:
Abusi Sessuali a Scuola – Brescia scossa da 4 indagini per pedofilia.
Per ora ci sono due condanne di primo grado. Ma i casi di pedofilia, emersi negli ultimi anni nel nord-est, aprono interrogativi inquietanti. A partire da quel filo rosso che porta sempre alla stessa provincia: Brescia. Andiamo con ordine. Il primo tassello è la scuola materna Abba, in città. E’ lì che scattano le indagini nel gennaio 2001. Ed è qui che comincia il nostro viaggio nell’inferno. Tutto inizia quando una bimba accenna qualcosa di terribile ai genitori. Racconta d’insegnati e ausiliari che l’avrebbero portata, insieme ad altri compagni, in locali vicini all’asilo dove sarebbero stati sottoposti ad abusi, anche da parte di persone mascherate. Le indagini si concludono con l’arresto di Battista Maggioni, bidello di 55 anni, e altri tre indagati a piede libero (tra cui la coordinatrice dell’asilo). Il processo di primo grado termina lo scorso giugno, con la condanna di Maggioni (a 15 anni), e di un’ausiliaria 49enne, Giuseppina Puccillo, a 10 anni e mezzo. Assolti gli altri imputati; il pm ha già chiesto rientrino nel processo d’appello. Maggio ’03. Scatta l’inchiesta in un’altra materna bresciana, la <<Sorelli>>. E i periti stabiliscono che le violenze non sono frutto della fantasia dei piccoli. Vengono indagate 6 maestre, 3 bidelli e 3 sacerdoti (di cui 2 figure di spicco della diocesi locale che presto escono del processo): La curia cittadina fa quadrato. E in una messa organizzata ad hoc, i sacerdoti sotto accusa giurano la propria innocenza. A settembre, però, per due maestre si aprono le porte del carcere. Giugno ’04: nasce il Comitato “Liberi nella verità”, guidato da don Mario Neva, mai raggiunto da avviso di garanzia, e che poco dopo organizzerà una fiaccolata di solidarietà per gli indagati. Il processo della scuola Sorelli si dovrebbe concludere entro luglio ’06: è una maratona a cui poche delle famiglie coinvolte riusciranno a far fronte. Sono previste tre udienze a settimana, e molti genitori non possono permettersi un avvocato. Alcuni hanno già gettato la spugna, altri potrebbero farlo. Scatta una terza inchiesta. Nel mirino finisce l’asilo San Filippo Neri, da cui era partita la manifestazione del Comitato. Tre bimbi parlano di abusi sessuali. Ed a è questo punto che entrano in scena i no global: nel corso di una trasmissione in una radio bresciana <<antagonista>> vengono fatti i nomi e cognomi dei genitori e dei bimbi coinvolti. Si scatena un terremoto. Nelle bacheche comunali vengono appesi volantini del Comitato, che proclamano l’innocenza degli indagati. Partono attacchi all’associazione antipedofilia Prometeo, guidata da Massimiliano Frassi (accusato di essere, tra le altre cose, “un calunniatore”), che alcuni genitori avevano contattato quando il caso della materna Abba era già esploso da tempo. Il 9 ottobre ’04 un convegno di Prometeo viene annullato per motivi di ordine pubblico: si teme un blitz di contestatori. Fioccano accuse e veleni. E Frassi querela il Comitato per diffamazione. Ma ecco che parte una quarta inchiesta in un asilo a pochi chilometri dalla città. Non ci sono conferme ufficiali, ma il caso sarebbe stato archiviato nel giro di poco tempo. Nel maggio ’03 sotto la lente della magistratura finisce un asilo di Verona. Le modalità delle violenze sarebbero simili a quelle avvenute nella provincia della Leonessa. Due ausiliari di 28 e 33 anni vengono rinviati a giudizio. La prima udienza è fissata il 7 ottobre. Gli imputati fanno parte di una cooperativa di Borgo Satollo, a Brescia. Solo un caso?
Libero – Sabato 03 settembre 2005