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La lettera di un padre e i danni dell’abuso.
E poi alle 3,17 di notte ti arriva una lettera così. Da cui ometto alcuni passaggi, troppo “forti”, ma che nella sostanza resta quello che da sempre sostengo: a noi importano solo i bambini, uniche vittime, e li difenderemo anche a costo di sacrificarci per loro. Una solo cosa dico pubblicamente: credimi nuovo amico mio, nessun dolore è per sempre! E al tua “bambina” sono certo tornerà alla vita!
<< Gent.mo dr. Frassi, oppure Max, forse Max è meglio se me lo permette, anzi se me lo permetti ti chiamo così. (…)
Leggo oggi tramite mio fratello che è XXXX e in qualità di xxxx della Guardia di Finanza di XX partecipa spesso ai tuoi corsi di formazione per le forze dell’ordine, la lettera che hai ricevuto dalla figlia del bidello pedofilo condannato dalla Cassazione.
Tu non mi conosci. Anche se per questi soggetti sei l’untore che in realtà mi avrebbe convinto a denunciarli, tu non mi conosci e se ben ricordo entrasti nella vicenda a processo già iniziato. Se solo avessimo saputo prima che esistevi forse le indagini le avrebbero fatte diversamente, altro che untore, saresti stato il portatore di giustizia.
Ma non del processo ridicolo che voglio parlarti. Tu non sei Giudice e non lo sono io. No,voglio parlarti di mia figlia YY che a distanza di più di 10 anni benché maggiorenne sta malissimo.
Perché l’abuso non si estingue con l’atto sessuale. L’abuso te lo proti per tutta la vita e non ne guarisci più.
Lei la tenevano stretta per le braccia e alla gola e oggi le braccia e la gola sono ricoperte da chiazze rossissime che vanno e vengono. Ha degli eritemi che non puoi immaginarti e che nemmeno il cortisone riesce a spazzare via perché come hanno detto tutti gli specialisti sono di natura “psicosomatica”. Certo d’altro canto è una bambina “visionaria”, che accusa poveri innocenti bravi padri di famiglia quindi ci sta che sia visionaria (….).
….e come se non bastasse le braccia, dovresti vederle le braccia. Purtroppo ha ancora oggi atti di autolesionismo e le braccia sono una unica piaga rossa piena di cicatrici e tagli freschi. Sai papà, mi ha detto, quando mi taglio sto bene perché non penso a loro.
Loro sono quelli che lei è convinta ancora oggi tornino per ucciderla, perché ha parlato, perché li ha denunciati. Loro sono quelli per cui negli ultimi 10 anni lei ha dovuto prendere psicofarmaci e ha avuto problemi di alimentazione. Loro sono quei bravi padri di famiglia che tutti conoscono bene e che no figuriamoci se sono pedofili, meglio sparare a zero al Frassi di turno, perché contro la pedofilia siamo tutti a favore ma quando poi tocca nostro padre ecco che allora la pedofilia non esiste.
Mia figlia è arrivata all’età di 15 anni a pesare nemmeno 35 chili. Ha avuto mesi e mesi di ricoveri. Ha tentato due volte il suicidio. Non ha amici. Non ha amiche super esperte avvocatesse e criminologhe a quanto pare, che la difendono e coccolano sui social network (……).
La nostra vita è finita là (….)…avremmo dovuto farci giustizia da soli, saremmo già usciti (….).
Io non so se mia figlia tornerà alla vita, tu Frassi vedo che oggi lavori sempre più con le vittime ma ti chiedo di tornare a fare quella lotta culturale che apre gli occhi alla gente e che disturba i pedofili. Io mi fermo qua. Ho già avuto due infarti e altro non posso fare. Ma non mi rassegno a vedere mia figlia spegnersi giorno dopo giorno. Lei ora non vuole vedere nessuno, però spero un giorno trovi la forza di venire da te.(…)
Cosa ne sa questa gente delle notti passate a cullarla come fosse una neonata perché sapeva per certo che sarebbero venuti a prenderla? Cosa ne sanno della festa di carnevale annullata a casa nostra perché ebbe un attacco di panico vero e proprio? Cosa ne sa degli sguardi degli altri bambini o delle loro mamme che la reputano infetta? Cosa ne sanno dei pasti saltati, delle notti insonni, delle vacanze al mare annullate dovendo tornar e a casa prima perché lei lì era sicura di averli visti in spiaggia e magari era solo qualcuno che assomigliava loro ma lei poi non dormiva più e stava malissimo? Cosa ne sanno degli amici che non vengono più a trovarti o del prete che tifa capire che è meglio se cambi oratorio e le fai fare catechismo altrove? Non sia mai che pure lì contagia qualcuno (….) O in realtà lo sanno, lo sano eccome perché loro ne sono la causa. (.…)
Io sono stato un padre di merda. Non ho capito. La lasciavo tranquillo a scuola e i suoi per me e mia moglie (e pure i miei genitori) erano solo capricci. I capricci che fanno i bambini perché vogliono stare a casa dall’asilo. Invece quei capricci erano il suo modo per dirmi ti prego salvami! E io Frassi, non l’ho salvata. Capisci? Non l’ho salvata! Mi toglierei la vita per questo ma prima voglio che lei torni a vivere, dopo potrò morire pure io La mia vita non ha senso, ma ha senso che viva lei. Dimmi sarà così? Dillo a un padre che non ci crede più. E soprattutto promettimi che continuerai a darci voce(….) e se c’è qualche psicopatico che ti chiama guru ridici sopra. I tagli di mia figlia sono l’unica risposta che devi dare a loro (…).
Oggi è la festa del papà. Non so se hai figli. Ma so che ne hai tantissimi e tra questi spero un giorno anche la mia bambina. (…)
GRAZIE! >>
Battista Maggioni è pedofilo anche per la Cassazione. Ma allora a Brescia….
Chissà se scriveranno ancora email agli enti dove dovevamo tenere conferenze e corsi dicendo che i matti siamo noi e che non ci devono ospitare. Ora è ancora più evidente che chi non ci voleva doveva tutelare sé stesso, dal poter abusare impunemente.
E se lui è colpevole, chi sono i suoi complici? A noi, perdonate, non interessa più. Ci interessa il lavoro che oggi facciamo di recupero delle vittime. Al resto ci pensi, se lo vuole, la Procura…
<<Una vicenda giudiziaria che da infinita é diventata finita. Tredici anni dopo l’inizio dello scandalo che aveva scosso un’intera città. Ci sono voluti nove processi per conoscere l’atto conclusivo.
La corte di Cassazione ha condannato a 13 anni di carcere Battista Maggioni il bidello della scuola materna Abba, arrestato nel 2002 con l’accusa di aver abusato di quattro bambini.
La sentenza é arrivata dopo quattro ore di camera di consiglio. Rigettato il ricorso dei legali del bidello che era già stato condannato dalla Corte d’Appello di Milano, a tredici anni, dopo che per tre volte la Cassazione aveva annullato la sentenza di assoluzione pronunciata in appello.
Il bidello della scuola materna cittadina Abba era stato condannato a 15 anni in primo grado il 3 dicembre 2004, pena poi ridotta a 13 nel primo appello a Brescia. Successivamente arrivarono assoluzioni, ricorsi , annullamenti di sentenze e nuovi processi. Fino al nove luglio di due anni fa, con la condanna a 13 anni ora diventata definitiva.>>
la Cassazione rigetta i ricorsi di pg e parti civili
Brescia, asilo degli orrori, assolte maestre
Otto persone indagate per pedofilia: un sacerdote, sei maestre, un bidello. Maestre recluse per un anno
MILANO – La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi del procuratore generale e delle parti civili contro le assoluzioni di otto imputati che erano stati indagati per presunti abusi sessuali nei confronti di bambini della scuola materna comunale di Brescia Sorelli. La vicenda aveva destato notevole clamore: due maestre avevano subito un anno di carcerazione. Sono quindi stati assolti definitivamente un sacerdote, sei maestre e un bidello.
IL PROCESSO – I fatti risalgono al novembre 2003: secondo l'accusa, che aveva chiesto condanne per 125 anni, nell'asilo comunale di Brescia 23 bambini erano stati oggetto di abusi dentro e fuori la scuola al fine di produrre foto e video di natura pedopornografica. Dodici gli indagati, tra cui tre preti. Due maestre finiscono in carcere. Per 2 preti e 2 bidelli le accuse furono archiviate. Gli altri 8 andarono a processo. La difesa ha sempre sostenuto che si trattasse di una «colossale montatura», figlia della «psicosi collettiva». Nel 2007, a quattro anni di distanza dallo scandalo , l'assoluzione «perchè il fatto non sussiste. Imputati tutti assolti». Oggi, la pronuncia della Cassazione ha messo la parola fine ala vicenda. Fonte CORRIERE DELLA SERA.

Il procedimento che in appello assolveva il bidello della scuola Abba, per i Giudici della Corte Suprema, “è tutto da rifare”.
Ricordiamo che il bidello era stato condannato in primo grado a 15 anni (nel 2004), in secondo (nel 2006) a 13 anni. Poi la Cassazione aveva chiesto di rifare il processo d’appello (2007) e ad aprile 2008 il processo d’appello bis aveva sostenuto che “i fatti non sussistono” assolvendo il bidello.

Entrano in scena infine anche nomi famosi come l’avvocato Taormina e l’avv. Elena Zazzeri de Santis, Presidente dell’Unione Nazionali delle Camere Minorili.

Tra i passaggi, per così dire, più originali tra tutte le assurdità scritte, quello per cui un genitore (“leader”), a capo del gruppo di famiglie

A questo si aggiungono poi le indagini fatte, come sempre, malissimo (“carenze investigative”) ed il gioco è fatto:
un primo grado concluso con una bella assoluzione, una pacca sulle spalle e l’idea, felicissima, per cui non è accaduto nulla, in una città sempre più terreno fertile per chi abusa.


Per ora stanno lì, in una sorta di limbo, frutto forse più di un gioco di prestigio che di altro. In attesa che si compiano i vari gradi di giudizio e la Giustizia si mostri per quello che abbiamo sempre pensato essere……
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R: Posso risponderti per quello che faccio io, non per quello che non fanno gli altri.

R: Se io sono Zorro vuol dire che i miei antagonisti ricoprono il ruolo del sergente Garcìa: un grosso goffo imbecille. Pertanto quella che doveva essere un’accusa mi pare una volta tanto invece un bel complimento.

Certo se stavamo tranquilli in un angolo, non alzavamo la voce per difendere le vere vittime avremmo avuto molti meno problemi. Magari potevamo organizzare un bel convegno e sottolineare che tutti i bambini subiscono abusi solo dentro le mura domestiche…….Ma allora tanto valeva occuparci di francobolli.





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