Nicolay e il peso del dolore.
La notizia è passata alcuni giorni fa. Affrontata superficialmente, tra un’isola dei morti di fama ed un inciucio politico. Inizialmente sembrava un caso legato ad un teppista, punito da un Karma particolarmente cinico. Poi è emerso altro. Partiamo dalla storia: Nicolay, il ragazzo della foto, ha 19 anni. Una sera, con degli amici, decide di dare fuoco all’auto di un 75enne. Scappa, ha il casco in testa, attraversa dei binari e causa casco non sente un treno in arrivo, che lo schiaccia, uccidendolo sul colpo. Successivamente si scopre che l’auto era quella di un pedofilo e che Nicolay e i suoi amici, da quella persona avevano subito abusi. Nella foto che ho pubblicato, ho aggiunto una pagina di un libro di Zero Calcare. E la scritta racconta proprio quello che voglio dire qua. Siamo circondati da persone che portano dei carichi giganteschi, di dolore. Lo fanno da sole e da sole attraversano questa società, coprendosi di maschere ed armature. Il mio lavoro consiste nel chiedere loro di lasciarmi quel fardello, per tornare libere alla vita. Ma non è di me che stavolta parlo, ma solo di loro. Di quanta forza serva, quanta resilienza. E quando non ce la fai davvero a volte prendi strade sbagliate, come quella della vendetta. Che ti fa scendere ad un livello diverso da quello che sei. O peggio ancora, ti toglie la vita per colpa di uno stupido incidente. Ciao Nicolay, scusaci se non ti abbiamo protetto noi, prima.